Barbara Monti

Meditazione, formazione, crescita personale, costellazioni familiari e aziendali

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Telefonino consapevole

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Non ho niente contro il telefonino, anzi: sono di quelle che rispondono al volo, sono grata di poter videochiamare mia figlia che studia in un’altra città, godo della possibilità di poter lavorare online anche se non sono seduta in ufficio e felicissima di scambiare foto e faccine con gli amici in tempo reale. Però…

Però proprio in questi giorni sto notando come possa anche essere una grande fonte di distrazione, un modo –sempre più abituale- di non stare con l’attenzione nel momento presente, di non esserci pienamente, di essere sì fisicamente in un posto ma al tempo stesso essere altrove. Vedo mamme passeggiare dopo aver preso i bambini a scuola, che magari stanno raccontando della loro giornata, che ascoltano con un orecchio mentre scrivono sul telefonino. Coppie a cena fuori al ristorante, ognuno col proprio cellulare in mano; famiglie riunite al tavolo che chiacchierano e i figli (anche piccolissimi) con un telefono o un tablet che guardano i cartoni così stanno buoni. Ho visto persone nella zona relax della sauna che leggono le notizie sul telefono o rispondono a mail di lavoro, gente che telefona mentre scia o cammina in montagna, (una mia cara amica è perfino caduta scendendo da un sentiero con le racchette, e il telefonino, in mano!) e sento di amanti che subito dopo aver fatto l’amore si girano dall’altra parte per controllare i messaggi. Per non parlare dei viaggi in treno… Io stessa mi sono resa conto che appena finita la palestra, ancora prima di cambiarmi, guardo il telefono e ricomincio a pensare alle cose da fare, senza nemmeno dare il tempo alla serotonina liberata di entrare in circolo per portarmi quel meraviglioso effetto di benessere e svuotamento mentale che è proprio il motivo per cui ci sono andata!

Ma dove siamo con la testa? Dov’è la nostra attenzione?
Che fine ha fatto il momento presente, il qui e ora, l’istante sacro?

In molte tradizioni metafisiche si dice che l’istante è sacro, è tutto ciò che abbiamo, è il momento che contiene il massimo potenziale; ci insegnano a restare vigili, presenti nel presente, per cogliere l’attimo. L’attimo che non è colto, è perduto. E con esso tutti i doni che era pronto a donarci.
Nel momento presente il tempo si incrocia con l’infinito, e solo lì possiamo trovare l’unione, la comunicazione, l’intimità di cui siamo tutti in cerca.
L’entusiasmo del bambino che racconta qualcosa c’è in quel momento, poi è passato; la magia presente in una situazione di intimità c’è in quel momento, poi passa; il senso di meraviglia di fronte a un bel paesaggio richiede qualche istante di contemplazione per diventare espansione e pace mentale.

Telefonino sì, ma consapevole: acceso quando serve, spento quando voglio essere in una situazione con tutto me stesso, per dare il meglio di me e per ricevere il meglio per me. Se ci sono a metà, vivo a metà. Se ci sono tutto, vivo pienamente. Solo allora posso sentirmi realmente pieno. Questione di priorità.

Tips per il telefonino consapevole:

1. Mattina- non mi precipito al telefono appena sveglio: prima apro gli occhi, mi preparo alla giornata e mi prendo un po’ di spazio mentale fra il sonno e la veglia.
2. Relazioni- niente telefono quando ho del tempo con i miei cari: almeno per i primi 15 minuti dedico tutta la mia attenzione a chi ho di fronte.
3. Intimità- mai portare il telefono a tavola o sotto le coperte.
4. Studio o riunioni- telefonino silenzioso quando devo concentrarmi, se interrompo il focus mentale ogni tre minuti perdo il filo e devo ricominciare tutto daccapo.
5. Relax- spengo il telefono nei momenti di rilassamento e benessere: palestra, passeggiata, sport, sauna, lettura, bagno caldo, meditazione…
6. Notte- non mi porto il telefonino a letto; prendo almeno 10 minuti di disintossicazione da ogni tecnologia per prepararmi a una notte tranquilla e a un sonno ristoratore, un po’ di silenzio mentale fra la veglia e il sonno.

Alla ricerca della connessione perfetta, fermiamoci un attimo a chiederci: con chi voglio essere connesso veramente? Con che cosa? Quel senso di comunione, comunicazione, appartenenza, sicurezza, velocità, lo trovo davvero nel telefonino?